12 Dic, 2019

Il Diabete

12 Dic, 2019
SENZA IL DOLCE, IL CUORE E’ PIU’ LEGGERO

Il dolce nemico dell’organismo

In Italia almeno due milioni e mezzo di persone soffrono di diabete, ovvero hanno valori di glucosio nel sangue superiori a 126 milligrammi per decilitro – glicemia. Molte di queste persone, tra l’altro, non sanno di essere diabetici di tipo 2, il diabete che compare in età adulta, legato soprattutto alle cattive abitudini, per il semplice motivo che non provoca alcun disturbo e che, nella maggior parte dei casi, viene individuato solo nel corso di un esame medico.
Il diabete diventa così una serie minaccia per la salute, così come l’ipertensione, altro killer invisibile, con il quale spesso si allea per fare danni.

L’azione del diabete coinvolge negativamente i vasi sanguigni in due modi:

  • Attaccando le arterie più piccole ed i capillari, microangiopatia
  • Attraverso un processo patologico, definito macroangiopatia, che interessa i grandi vasi sanguigni, le arterie coronarie che portano il sangue al cuore e le arterie carotidi che irrorano il cervello Il risultato è che il diabete rappresenta un fattore di rischio cardiovascolare fondamentale, insieme all’ipertensione, all’aumento del colesterolo nel sangue, alla carente attività fisica, al soprappeso e al fumo.

Le funzioni dell’insulina
L’insulina è un ormone prodotto costantemente dalle cellule beta del pancreas,la cui sintesi aumenta quando ingeriamo del cibo.

Grazie all’insulina:
  • il glucosio viene trasformato in glicogeno, uno zucchero di deposito utile nei momenti di maggior richiesta, ad esempio quando fai un’attività fisica intensa
  • il glucosio in eccesso viene tramutato in acidi grassi e in trigliceridi, per creare una riserva di energia. I muscoli utilizzano il glucosio come fonte di energia
  • il tasso di glucosio nel sangue, utile per le funzioni delle cellule, rimane stabile

Nel caso in cui la glicemia superi i livelli consentiti, un ormone prodotto dalle stesse cellule pancreatiche provvede a riportarla a valori normali.

Le due facce del diabete
Esistono due forme di diabete, diverse tra loro sia per l’origine che per il tipo di terapia che occorre seguire.
Il diabete di tipo 1 è legato da un’alterazione delle difese immunitarie e presenta una spiccata predisposizione genetica, anche se può comparire dopo aver contratto un’infezione virale.
In questo tipo di diabete, le cellule difensive dell’organismo attaccano e distruggono le cellule del pancreas, che non possono quindi più produrre insulina.
Il corpo deve perciò assumerla dall’esterno; i giovani e i bambini sono quelli più colpiti da questa forma di diabete. Il diabete di tipo 2 è quello tipico dell’età adulta, ma può a colpire anche i giovani in forte soprappeso, poiché la presenza di ampie fasce di tessuto adiposo ostacola il corretto impiego dell’insulina da parte dell’organismo. In questo caso l’insulina viene prodotta, sia pure in quantità insufficiente, ma il corpo non riesce ad utilizzarla. Progressivamente questo meccanismo peggiora la situazione, rendendo del tutto inutile l’insulina sintetizzata dal pancreas.
Attenzione in gravidanza
Esiste una forma di diabete che colpisce esclusivamente le donne durante la gravidanza.
Si chiama diabete gestazionale e si manifesta dopo i primi cinque mesi dal concepimento, specie nelle gestanti di età superiore ai 25 anni, in soprappeso e con parenti diabetici.
La patologia tende, per fortuna, a scomparire con il parto grazie all’espulsione della placenta, necessaria durante la gravidanza per nutrire il feto, ma in grado di produrre particolari sostanze ormonali che controbattono l’attività dell’insulina. In ogni caso il diabete gestazionale può causare problemi al futuro neonato, soprattutto in termini di dimensioni alla nascita. Non bisogna comunque aver paura: basta una dieta attenta, consigliata dal ginecologo, per tenere sotto controllo la glicemia che tende al alzarsi.

Gioca d’anticipo
L’alimentazione rappresenta, insieme all’attività fisica, un caposaldo nella prevenzione e nella terapia del diabete.
Controllare ciò che si mangia, non significa una dieta punitiva, ma semplicemente porre maggior attenzione nella scelta degli alimenti, soprattutto se si è affetti dal diabete di tipo 2. Nel diabete di tipo 1, invece, è lo specialista a dare precise indicazioni sulla dieta da seguire e sulla quantità di insulina necessaria per tenere sotto controllo la malattia.

Le regole da seguire
Ecco alcune regole per mantenersi in forma:

  1. Riduci le calorie; se sei in soprappeso, decidi con il tuo medico una dieta ipocalorica
  2. Seleziona i carboidrati; Preferisci i glucidi a lento assorbimento, come quelli contenuti negli alimenti integrali (pane, pasta e riso). Riduci invece la frutta, il miele e lo zucchero da cucina, che vengono assorbiti in cinque minuti inducendo uno “stress” nella produzione di insulina
  3. Scegli grassi vegetali; Il diabete si lega spesso all’aumento di colesterolo, e comunque tende a far accumulare grassi nel sangue. Preferisci perciò lipidi di origine vegetale, come l’olio extravergine d’oliva, regolandoti nella quantità
  4. Controlla la pressione arteriosa; Soffrire di diabete e d’ipertensione non solo aumenta il rischio di infarto, ma addirittura lo moltiplica. Tieniti perciò sotto osservazione con l’aiuto del tuo medico
  5. Segui un’alimentazione regolare; Rispetta i tre pasti quotidiani e stai attento a non saltarne uno. E’ una cattiva abitudine che non solo non fa dimagrire, ma affatica il pancreas, oltre a farti rischiare l’ipoglicemia

Muoverti aiuta
Basta una passeggiata ogni giorno.
Se già soffri di diabete, puoi ridurre quasi del 40% il rischio di morte, camminando due ore la settimana. Lo dice una ricerca del CDC (Centro per il Controllo delle Malattie) di Atlanta, condotta per otto anni su circa tre mila individui e pubblicata sulla rivista Archives of Internal Medicine. L’attività fisica è comunque importante anche per chi vuol prevenire la malattia, a patto che sia concordata con il medico e che preveda sport con sforzi poco intensi e prolungati.
Muoversi comporta una notevole “spesa” di energia e l’attività fisica, se sei diabetico, agisce direttamente sul cibo ingerito.

Qualche esempio?
Se fai dieci minuti di nuoto consumi circa 100 calorie, l’equivalente di un piccolo panino (circa 40 grammi di pane)
Se vai lentamente in bicicletta per lo stesso tempo dimezzi il consumo calorico, quindi anche la razione di pane corrispondente Se corri velocemente, arrivi a consumare, in dieci minuti, le calorie di un panino di quasi mezz’etto.
Il diabete e il corpo umano.
Il diabete attacca le arterie: quest’azione, sommata a quella degli altri nemici dei vasi sanguigni come l’ipertensione e l’ipercolesterolemia, comporta gravi complicazioni e danni in diverse zone dell’organismo, aumentando così i rischi per la salute.

CUORE
Il diabetico è a maggior rischio di infarto del miocardio, perché la patologia favorisce lo sviluppo di aterosclerosi nelle arterie. Per lo stesso motivo cresce il pericolo di ictus cerebrali.

RENI
La nefropatia diabetica, cioè la complicazione della malattia a carico dei reni, porta ad una progressiva riduzione della capacità dei reni di “ripulire” il sangue. Le sostanze nocive che dovrebbero essere eliminate rimangono nel sangue, danneggiando l’organismo.

SISTEMA NERVOSO
Se la glicemia è molto alta, modifica la sensibilità dei nervi con la comparsa di percezioni errate. Lo scarso afflusso di sangue, inoltre, danneggia i reni provocando fortissimi dolori.

PIEDI
Il piede del diabetico, a causa dei nervi danneggiati, è meno sensibile e il carente afflusso di sangue, dovuto al restringimento delle arterie, riduce l’ossigenazione del piede stesso. Questa insensibilità comporta una maggiore facilità a non percepire le ferite, che tendono a non rimarginarsi e a provocare infezioni

OCCHI
Chi soffre di diabete rischia l’alterazione della retina, parte dell’occhio che recepisce gli stimoli visivi, a causa della modificazione dei vasi sanguigni che la irrorano. L’iperglicemia aumenta anche il rischio di cataratta.

Se soffri di diabete ricorda
Lo sforzo può abbassare eccessivamente la glicemia, quindi prima di praticare sport mangia qualcosa di leggero e digeribile
Controlla la glicemia
Per scoprire se la glicemia è elevata, cioè superiore ai 100 milligrammi per decilitro, basta sottoporsi ad un semplice esame del sangue, che rappresenta la misura più efficace per identificare precocemente la malattia. In genere, se si è perfettamente sani, l’esame è consigliabile ogni tre anni.
Quando si supera la soglia dei 45 anni, invece, il controllo della glicemia andrebbe ripetuto almeno una volta l’anno, soprattutto se si fa parte di un gruppo a rischio. Nel caso, ad esempio, di familiari diabetici, persone in soprappeso, ipertesi, la glicemia va misurata annualmente, nell’ambito di un check-up necessario per scoprire se esistono altri parametri alterati. Una volta superata la soglia degli “anta”, la glicemia andrebbe misurata ogni anno in tutte le persone.

Testo redatto dal prof. Franco Veglio – Dipartimento di Medicina ed Oncologia sperimentale, Università di Torino

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